Storia e leggenda del babydoll

Oltre ad essere il capo di lingerie femminile più accattivante e bollente di sempre, immancabile protagonista di una serata romantica perfetta, il babydoll è riuscito nell’impresa di segnare un’epoca, quella a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.
Nelle prossime righe si andrà a ripercorrere la storia dell’origine del nome e del successo del babydoll, la sottoveste che più di tutte le altre ha acceso le fantasie degli uomini e ha fatto sentire le donne ancora più sensuali e provocanti.

Come una bambola

L’etimologia del termine “babydoll” è dubbia. Ci sono almeno due diverse versioni che tentano di spiegare l’origine del nome di questa favolosa sottoveste, di cui una particolarmente affascinante che ha come protagonista un’attrice americana da Walk of Fame. Che siano verità oppure invenzione poco importa. Sono ad ogni modo testimonianza dell’alone di leggenda che circonda questo meraviglioso capo di lingerie.

Per alcuni, il babydoll prende il nome dal vestitino che si era soliti far indossare alle bambole, vista l’incredibile somiglianza tra la famosa sottoveste e gli abitini giocattolo: stesse forma a campana, misure e taglio. Dall’inglese, letteralmente, baby-doll si può tradurre con “bambolina”, quindi sembrerebbe proprio che il motivo sopra riportato sia quello corretto. Se si volesse essere ancora più convinti che questa sia la vera spiegazione, il termine “doll” starebbe per “doll up”, traducibile con “mettersi in ghingheri”.

Babydoll, quindi, sarebbe il frutto di un sofisticato gioco di parole tra “bambolina” e “mettersi in ghingheri come una pupa”, per usare un termine tanto in voga a fine anni Cinquanta, periodo di esplosione della camicetta, per tradurre “baby”.

Successo cinematografico

Esiste, però, una seconda e più affascinante motivazione per spiegare l’etimologia del nome. Nel 1956 uscì il film “Baby Doll. La bambola viva” di Elia Kazan, regista e sceneggiatore greco naturalizzato statunitense, con protagonista la magnifica Carroll Baker. La trama della pellicola, ispirata al dramma “27 vagoni di cotone” di Tennessee Williams, provocò un’ondata di scalpore senza precedenti nella storia del cinema.

Il proprietario di un cotonificio prende in sposa una bellissima diciassettenne, Baby Doll, ma, d’accordo col suocero, la ragazzina deve rimanere illibata fino al compimento dei ventun anni. Il marito sta vivendo un dramma, sia lavorativo che umano, e la giovane moglie vuole dimostrarsi vicina e comprensiva. La tensione emotiva che si viene a creare tra l’uomo e Baby Doll mette in dubbio il mantenimento della promessa fatta dall’uomo al padre della ragazza prima di prenderla in sposa.

La diciassettenne, per gran parte del film, indossa un babydoll. È lo stesso indumento che la protagonista veste nella foto della locandina, immortalata mentre dorme in un letto da bebè succhiandosi il pollice. Da qui, si dice, derivi il nome del più seducente tra i capi di lingerie: un tributo al personaggio interpretato da Carroll Baker in questo scandaloso film.

Unico, fino ai nostri giorni

Da lì, il successo del babydoll è esploso. Le più grandi star del cinema dell’epoca, dalla divina Marlyn Monroe alle nostre Gina Lollobrigida e Sophia Loren, ad esempio, sono state immortalate con addosso la più sexy delle camicette. L’incredibile fama del babydoll è riuscita addirittura a creare un nuovo stereotipo di bellezza femminile, quello della Lolita, tanto in voga in quel periodo. Forse solo il bikini, anni dopo, è riuscito nella stessa impresa.

I primi anni del nuovo secolo hanno visto il ritorno in auge del babydoll, di nuovo protagonista sulle passerelle mondiali della moda. Le firme più famose hanno riproposto in chiave moderna i modelli che lo hanno reso leggendario, e il rinnovato successo è riuscito a fare uscire il babydoll dalle camere da letto, per portarlo nelle spiagge e nei cocktail bar.

Oggi, il babydoll non ha perso nemmeno un briciolo del suo voluttuoso fascino. Nell’immaginario collettivo, è ancora l’emblema della tentazione e della seduzione al femminile. Ci sono decine e decine di shop online di lingerie che ne vendono di meravigliosi, come ad esempio https://www.lingerieforyou.it/babydoll-chemise/, se per caso a qualcuno fosse venuta voglia di fare, o farsi, un regalo.

Il babydoll non è semplicemente un piacere per gli occhi di qualsiasi uomo sulla faccia della Terra, ma soprattutto un capo di lingerie che fa sentire ogni donna attraente, sensuale e provocante, un indumento con il quale sedurre il partner e premiare se stesse.

Di Bobbie